Quando un rapporto affettivo diventa un "legame che stringe" o, ancor peggio, dolorosa "ossessione" fino a divenire una vera e propria dipendenza affettiva ?
Nessuno può amarci abbastanza da renderci felici se non amiamo davvero noi stesse, perché quando nel nostro vuoto andiamo cercando l’amore, possiamo trovare solo altro vuoto. - Robin Norwood, Donne che amano troppo
Il seguente articolo ha lo scopo di descrivere e riconoscere la dipendenza affettiva definita anche come "love addiction", all’interno di una cornice sistemica relazionale, un tema che porta sofferenza nella coppia, in particolare al partner che ne è vittima. Trovo interessante come la parola “love” in inglese deriva dal termine sanscrito" lobha "che significa "avidità". Se parliamo di amore e soprattutto di dipendenze affettive, non si può non citare questo riferimento etimologico, che sicuramente invita a varie riflessioni. L’amore, nelle sue diverse forme di attaccamento e nelle sue manifestazioni più positive e più sane, rappresenta un naturale e profondo bisogno di ogni essere umano nel quale viene a determinarsi quel necessario equilibrio tra il “dare” e il “ricevere” che rappresenta un importante ingrediente di un sano sviluppo psicofisico che contribuisce a una buona salute mentale e fisica nella vita adulta. Ma cosa succede se all’interno della relazione amorosa mancano questi presupposti? La relazione si trasforma in uno stato affettivo morboso, in cui spesso uno dei partner mostra segni di dipendenza verso l’altro, questo tipo di relazione è autodistruttiva e destinata a finire, in quanto questo tipo di rapporto genera un disconoscimento o una negazione dell’altro/a, alimentando spesso altre gravi problematiche psicologiche, fisiche e relazionali.
Vengono meno alcuni bisogni in quanto la mancanza di reciprocità all’interno della relazione dà vita a dei donatori d’amore a senso unico, questo contribuisce a generare malessere e turbamento. Ognuno di noi in qualche misura ricerca nella relazione con gli altri la soddisfazione di alcuni bisogni come; approvazione, empatia, conferma di sè, il sentirsi amati. Bisogni necessari per regolare la nostra autostima. Sotto questo punto di vista non è possibile parlare di una vera e propria indipendenza.
Se prestiamo attenzione alla fase di innamoramento ci si rende conto di come vengono messe in atto delle dinamiche a livello inconscio simili a quelle che ritroviamo nella Dipendenza affettiva, vale a dire: l’idealizzazione, il desiderio di stare continuamente con la persona amata, l’ansia di separazione, l’ossessione" per l’altro, le manifestazioni somatiche (rossore, batticuore, eccitazione). Durante la fase di innamoramento è normale che ci sia un certo grado di dipendenza, accompagnato dal desiderio fusionale, il desiderio di fondersi nell’altro, ma una volta stabilita la relazione, la fase successiva è quella che porta alla differenziazione dall’altro, riconoscendolo nella propria individualità con i suoi pregi e difetti. Una dipendenza sana significa essere in grado di acquisire una propria identità affettiva-relazionale, saper riconoscere le proprie emozioni e la realtà del mondo esterno, ma allo stesso tempo essere in grado di accettare la separazione dell’altro senza la paura di perdere se stessi. L’amore letto in questi termiti è un giocoso incontro tra ciò che l’altro percepisce in me e di cui ha bisogno per la sua esistenza e ciò che io percepisco nell’altro e di cui ho bisogno per la mia esistenza, questi elementi favoriscono una meravigliosa incorporazione dell’altro nella mia vita, preservando la propria individualità, il proprio essere.
Quali sono i sintomi della dipendenza affettiva?
I sintomi correlati alla dipendenza affettiva sono numerosi e complessi, cerchèrò di elencarne alcune seguendo una logica progressiva di gravità:
Cause della dipendenza affettiva
Se vogliamo ricercare le cause della dipendenza affettiva, diverse sono state le ipotesi formulate in merito. Alcune teorie attribuiscono le cause della dipendenza affettiva a conflitti psicologici e fattori ambientali o sociali, in particolare alcuni bisogni rimasti insoddisfatti o traumi subiti durante l’infanzia vanno ricercate in particolari dinamiche familiari che hanno portato la persona dipendente a costruirsi un'immagine di Sé come di persona inadeguata, indegna di essere amata, dove il criterio di giudizio della propria autostima viene regolato nella capacità di sacrificarsi per la persona amata. Sono persone che riescono a tollerare tradimenti o anche violenze da parte del partner perché senza di lui si sentirebbero completamente perse.
Teniamo anche presente che molte donne, dipendenti affettive, hanno subito abusi sessuali, maltrattamenti fisici ed emotivi durante l'infanzia che non sono da sole riuscite ad elaborare.
Come uscire dal circolo vizioso della dipendenza affettiva?
Un primo passo è riconoscere che si ha un problema e ammettere che si è vulnerabili nella relazione con l’altro/a questo è necessario affinché si prenda la decisione di agire in modo concreto trovando il coraggio di chiedere aiuto, avere la capacità di mettersi in discussione. Nel momento in cui il disagio e la sofferenza diventano intollerabili ritengo sia necessario affidarsi a un esperto terapeuta al fine di intraprendere un percorso terapeutico che ci guidi nella strada della guarigione. Attraverso la psicoterapia sistemico relazionale è possibile scoprire i nodi che hanno dato origine al circolo vizioso e di sperimentare una sana relazione di attaccamento, che può essere risolutiva, rispetto al malessere provato. L’obiettivo del processo terapeutico è rappresentato dall’ acquisizione di consapevolezza personale e dalla capacità di scoprire le proprie fragilità e trasformarle in forza.
Mi preme sottolineare che guarire dalla dipendenza affettiva non significa distaccarsi da quelle che sono le persone con le quali si è creata una dipendenza, ma cambiare il modo di entrare in relazione. Solo nel momento in cui si acquisisce una propria autonomia affettiva si è in grado di avere una maggior consapevolezza di ciò che vogliamo e scegliamo quando entriamo in relazione con gli altri.
Dott.ssa Carmen Di Grazia
Psicologa e Psicoterapeuta Cesena
D.ssa Carmen Di Grazia Psicologa e Psicoterapeuta
Cesena
Via Marino Moretti, 230 47521 Cesena
Telefono: 347.1584609
declino responsabilità | privacy policy | cookie policy | codice deontologico
Iscrizione all'Albo regionale di Sicilia dal 20/09/2008, trasferita all'Albo regionale di Emilia Romagna dal 17/04/2014n. 7828 sez A
AVVISO: Le informazioni contenute in questo sito non vanno utilizzate come strumento di autodiagnosi o di automedicazione. I consigli forniti via web o email vanno intesi come meri suggerimenti di comportamento. La visita psicologica tradizionale rappresenta il solo strumento diagnostico per un efficace trattamento terapeutico.
©2014 Tutti i testi presenti su questo sito sono di proprietà della D.ssa Carmen Di Grazia
© 2016. «powered by Psicologi Italia». E' severamente vietata la riproduzione, anche parziale, delle pagine e dei contenuti di questo sito.